INTERVISTA A MICHELE GAMMINO
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L'intervista a...

MICHELE GAMMINO

San Felice sul Panaro - Roma, 09/03/2004

Un grande presentatore oltre che un grande doppiatore: molti lo ricordano per aver dato la voce ai miti di Hollywood, ma in tanti lo ricordano anche per aver condotto Giochi senza frontiere. Nel 1979 subentra ad Ettore Andenna e "guida" i giochi fino al 1982, e quindi fino alla sospensione. Con Milly Carlucci prima, da solo in seguito e al fianco di Simona Izzo nell'ultimo anno. Si è offerto con molta cortesia di rispondere alle nostre domande grazie alle quali, in questo piacevole colloquio, abbiamo fatto un salto nel passato. 

Sono passati 22 anni da quando presentava Giochi senza frontiere: che ricordo ha di quegli anni?

Ovviamente ho un piacevole ricordo, il più bello è quello che mi riporta alla mia giovinezza, legata agli ultimi quattro anni da me presentati prima dell'abolizione, con cui vivevo questa fantastica esperienza: anni divertenti e spensierati. Ma ricordo anche le difficoltà che comportava una diretta, le partecipazioni importanti di quegli anni e delle belle scenografie.

Gli anni in cui presentava lei Giochi senza frontiere erano all'apice del successo, questo le faceva onore?

Si, ero felice dell'alto indice di gradimento che suscitavano i "giochi" e quindi del buon esito del lavoro che svolgevo, da cui il successo derivava. Tuttora vengo riconosciuto e fermato per strada da persone che si ricordano di me e di quando ero al timone dei "giochi", dopo la bellezza di 22 anni, e questo non può che farmi piacere.

Era al corrente che dal 1983 non sarebbero più stati trasmessi?

Si, ne eravamo al corrente. Inizialmente si pensò ad una presunta ripresa dei giochi nel '85, con lo stesso staff del '82, ma non fu possibile mettersi d'accordo su tanti aspetti. I giochi furono risorti nel '88: la pausa divenne più lunga, nel frattempo cambiarono i dirigenti e infatti io non venni confermato. Ricordo tuttavia che nel '82 avevamo al seguito una "troupe" di giapponesi che ci stava studiando e che esaminava il meccanismo del programma, quasi volessero imitarci, al fine di proporre Giochi senza frontiere nella loro nazione.

E i motivi che portarono a questa decisione quali furono?

Gli stessi per cui sono stati interrotti nel 1999: i costi da affrontare erano notevoli.

Come si è trovato in coppia con Milly Carlucci?

Benissimo, tra noi c'era grande intesa. Ho favorito il suo lancio in una TV privata sul finire degli anni settanta, e dopo qualche anno ci siamo ritrovati a condurre insieme Giochi senza frontiere: qui era alle sue prime grandi apparizioni, i giochi l'hanno resa celebre al grande pubblico.

E con Simona Izzo invece?

Simona è stata una collega eccezionale, e lo è tuttora. Siamo legati da una grande complicità: con lei ho lavorato prima e dopo i giochi del 1982, nell'ambito del doppiaggio. La conosco fin dall'infanzia grazie a conoscenze comuni: è stato bello lavorare insieme a lei a Giochi senza frontiere, dopo tanti film doppiati insieme.

C'è una puntata che ricorda in particolar modo, tra le tante da lei presentate, per la scenografia, i giochi o l'ambientazione?

Si, una in modo particolare: quella di Lignano Sabbiadoro nel lontano 1981. Tutta la puntata si è svolta sotto una pioggia torrenziale, con tutti gli inconvenienti del caso. Le telecamere erano coperte, e di conseguenza non sapevo a quale rivolgermi; i giochi, seppur quasi tutti ambientati in piscina, erano divenuti più ardui da svolgere; e con questi, tanti altri disagi ancora. In quella puntata penso di aver dato prova di grande professionalità.