INTERVISTA A CARLO PEGORARO
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L'intervista a...

CARLO PEGORARO

San felice s. P. - Castel Goffredo, 08/11/2002

Mi chiedo cosa faccia adesso, indago, mi informo, lo trovo e mi faccio raccomandare. Scopro che adesso è uno stimato avvocato che opera nel mantovano, a Castel Goffredo. Lo chiamo e insieme fissiamo un appuntamento: il giorno fissato arriva in fretta, così salgo sulla mia Fiat Punto e dopo 110 Km arrivo a Castel Goffredo. Suono, mi apre, mi presento e lui mi riceve, in giacca e cravatta. Ho il batticuore, finalmente lo conosco e lo ringrazio per avermi ricevuto. Aspetto che il cuore rallenti, e dopodiché comincio con le domande. Intanto mi permette di dargli del "tu" e io lo ringrazio nuovamente.

Quando e come sei entrato a far parte dello staff di JSF?

Il mio "debutto" risale al 1989 a Castiglione delle Stiviere, in occasione delle puntate italiane registrate al Parco Pastore. Li mi sono proposto e ho fatto le mie prime conoscenze.

Con quali mansioni?

Dapprima come preparatore atletico delle squadre italiane, e in seguito come assistente arbitro, al fianco di Dennis Pettiaux.

Visionare le squadre che in un secondo tempo avrebbero partecipato al programma immagino che non sia stato un compito facile...

No, infatti non lo era. Per le selezioni di Firenze nel '93, ad esempio, si erano presentati in più di duecento, tra ragazzi e ragazze. Le selezioni spesso avvenivano in piscina o in un campo sportivo, e il mio compito era quello di valutare le capacità atletiche di ognuno, insieme all'allenatore della squadra che si sarebbe formata.

Sei stato di persona in tutte le cittadine italiane che hanno partecipato ai giochi, quindi?

Si, all'inizio in tutte, dalla Sicilia alla Valle d'Aosta, anche se nelle ultime edizioni mi avvalevo della collaborazione di Giocondo Carusi, di Orvieto, anch'esso preparatore atletico.

Abbiamo detto che selezionare otto giocatori su cento non era un compito facile, ma ci sono state in passato delle squadre preparate, come dire, a tavolino?

Non esattamente, ed è per questo che abbiamo vinto di rado. Le squadre del Trentino erano molto forti: spesso schieravano campioni olimpionici dello sci e non solo. Quella di Norcia invece, che ha partecipato nel '97, merita un discorso a parte.

Si sono verificati molti casi di irregolarità nel corso di quegli anni?

Per le squadre dell'est, non sempre l'importante era partecipare: da sempre hanno schierato giocatori energumeni, campioni dello sport. Gli ungheresi sabotavano i costumi per muoversi con più agilità e vederci meglio, mentre i cechi quando giocavano in casa, si allenavano di nascosto, di notte. Entrambi i casi non erano consentiti dal regolamento.

Che ricordo hai di Dennis Pettiaux?

Un ricordo fraterno, un sincero amico. Dennis ha debuttato ai giochi per la prima volta nel '88, come concorrente, con la squadra di Bruxelles. L'ho rivisto di recente e mi ha promesso di ritornare per le festività natalizie. Con lui ho vissuto momenti di esilarante comicità: a Trento nel '98 gli si sono scuciti i pantaloni due secondi prima della registrazione della puntata, mentre nel '99 a Le Castella è finito in piscina mentre provava un gioco.

 Sappiamo che c'è una notevole differenza tra le puntate registrate e quelle messe in onda...

Due le differenze principali: le puntate registrate sul campo di gara duravano anche 6 ore, a volte si finiva alle 04.00 di notte. Tra un gioco e l'altro o tra due manches dello stesso gioco passava parecchio tempo, e se poi qualcosa andava male, se qualcosa si rompeva, i tempi si prolungavano. In televisione invece i giochi duravano appena due ore, senza imprevisti. La seconda differenza sta nel fatto che l'ordine delle puntate messe in onda non coincideva con quelle registrate: le prime puntate che abbiamo registrato nel '93, ad esempio, sono state quelle di Rhyl, nel Galles, mentre in TV sono state trasmesse per ultime. Lo stesso discorso vale per le edizioni a seguire. Nel '97 solo il collegamento dalle piazze fatto da Presta e Dose era in diretta, e quando sono venuti a Castel Goffredo, per la prima puntata, io ero in platea...

Durante le edizioni itineranti, non si sono mai verificati problemi tecnici?

Si parlava comunque in francese, anche se era una lingua non compresa da tutti. Sotto il profilo tecnico, invece, lo staff ungherese credo che fosse quello meno all'avanguardia.

Dalle ville alle piazze e dai castelli ai palazzi d'epoca: qual'è stato il campo di gara che ti è piaciuto di più?

Da un punto di vista scenografico direi quello del '96, dinnanzi la palazzina di caccia di Stupinigi, in Piemonte. Mentre quello che più mi è piaciuto, per vastità e impatto visivo, è stato quello del '99 a Le Castella: il campo giochi è stato il più grande mai utilizzato per il varietà, misurava oltre 10.000 mq.

...e l'edizione che più ricordi volentieri invece?

Beh tutte, ma se proprio dovessi scegliere direi quella del 1993, in cui abbiamo avuto i migliori piazzamenti con 4 vittorie, due volte secondi e due volte quarti, su sette nazioni partecipanti. Quella di Trento del '98, invece, è stata l'edizione più bella sotto il profilo organizzativo: presentatori, giocatori, arbitri e tecnici erano raggruppati in poco più di 4 alberghi. Stavamo insieme 24 ore al giorno.