CARTOLINE D'EUROPA

- Le città
d'Europa -
In questo
mese:

Biarritz
Questa elegante città costiera dei Paesi Baschi francesi cominciò a essere
frequentata dall'aristocrazia europea verso la metà del XIX secolo e in seguito
divenne molto popolare tra i ricchi inglesi.
Divenne località alla moda con Napoleone III. Oggi una folla di turisti
internazionali frequenta le sue spiagge sabbiose, i casinò, le sue fonti
termali e le coste da surf,
tanto che non a caso è stata soprannominata la Californie de l'Europe.
I monumenti della città non sono particolarmente interessanti. Vi sono una
chiesa russa ortodossa, alberghi con enormi lobby e il Musée de la Mer,
recentemente ristrutturato, con un acquario ed esposizioni che documentano il
coinvolgimento di quest'area nella pesca commerciale e nella caccia alle balene.
Nelle vasche esterne vivono foche e squali. Il primo nucleo urbano si sviluppò nel XII secolo, come porto peschereccio e
base di cacciatori di balene, sul promontorio di Atalaye, che si protende nel
Golfo di Guascogna con una lunga scogliera rocciosa (Rocher de la Vierge). Nel
XIX secolo la città fu scelta dai sovrani europei come luogo di villeggiatura,
per il clima eccezionalmente mite, la bellissima spiaggia e la presenza di
sorgenti minerali, divenendo così uno dei centri balneari e mondani più
frequentati d'Europa. La Place Clemenceau si apre nell'elegante centro cittadino, su cui si
affacciano i casinò; da qui si diparte una romantica passeggiata che porta fino
al faro. Le spiagge alla moda della città sono affollatissime nelle calde giornate
estive. Dopo una giornata passata a prendere il sole si può giocare a golf o a
cesta punta, il gioco più veloce del mondo che si pratica con una palla e una
racchetta a forma di cucchiaio; oppure si può assistere a qualche performance
folkloristica notturna, o ancora passeggiare per godersi la musica e gli oggetti
di artigianato basco.

Cascais-Estoril
Cascais è una piccola città
sull'atlantico che dista circa 25 km da Lisbona. Fin dai primi tempi della sua
storia, è stato un piccolo porto pittoresco dedicato alla pesca, in conseguenza
della posizione, alla foce del fiume Tejo, protetta dagli elementi della natura.
Cascais è la località balneare più famosa della Costa de Estoril. Nata come
si è detto come villaggio di pescatori, mantiene ancora intatta la città
vecchia, dove si può ammirare la chiesa manuelina di Nossa Senhora da Assunçao
decorata con preziosi azulejos settecenteschi. Cascais è rinomata per le sue
splendide spiagge: la Praia da Ribeira, la più grande e vicina al centro, la
Praia da Rainha, circondata da scogli, e la Praia do Guincho, una lunga spiaggia
selvaggia battuta dal vento. A soli 2 km a ovest della città si trova la Boca
do Inferno, una catena rocciosa scavata dal mare, particolarmente suggestiva
durante le tempeste.
La città è stata frequentata un tempo dalla famiglia reale e dai nobili
portoghesi; la sua fama aristocratica è testimoniata dal fatto che fu anche
rifugio "dorato" dell’ultimo Re d’Italia, Umberto II, qui in
esilio dal 1946 alla sua morte. Il paese, a 25 km da Lisbona, è ricco di vaste
spiagge sull’Oceano. Adiacente a Cascais, si trova Estoril, anch’esso località mondana, dotata del
Casinò, di vari campi da golf e di splendide ville dove svernano ricchi di
tutta Europa.
Il litorale che dalla periferia ovest di Lisbona (da Belem) si estende fino a
Cascais è chiamato Costa del Sol. La località più nota di quest’area è
sicuramente Estoril, zona di classe denominata “riviera portoghese”, dove si
tiene il Gran Premio di formula uno che da questa zona prende il nome. Tante le
ville del XIX secolo che la abbelliscono e un casinò che pare sia il più
grande d’Europa. Se andate in Portogallo, non mancate di visitare questa
piccola gemma di fronte all'oceano.
La stazione di Cais do Sodre a Lisbona vi permetterà di arrivare velocemente a
Cascais e a Estoril, con corse metropolitane ogni 15 minuti.

Lemgo
Città (38.800 ab.) della
Germania,
nella Renania
Settentrionale-Vestfalia, 25 km a est di Bielefeld, circondata dalle Colline del Weserbergland.
Fondata alla fine del secolo XII, fece parte dal 1295 della Lega Anseatica.
Il centro è quasi completamente formato da antiche case rinascimentali a
graticcio. Sul Markt si trovano il Municipio rinascimentale e l'arsenale
tardogotico, entrambi del secolo XVI. Gotica è la grande Chiesa di St. Nikola
(secoli XIII-XIV), arricchita all'interno da un bel trittico romanico e un
ciborio gotico. Su una collinetta sorge il Castello Brake, edificio
rinascimentale della fine del Cinquecento, con un bel cortile. Lemgo è sede di industrie alimentari, meccaniche, elettrotecniche, del legno
e dell'abbigliamento.

Mosta
Il nome di questa operosa e vivace cittadina
di 8000 abitanti deriva da una voce araba che significa "centrale": il
centro geografico dell'isola si trova a poche centinaia di metri di distanza. La
città è dominata dalla Rotunda, la gigantesca chiesa parrocchiale
capace di accogliere 10.000 fedeli in piedi e visibile da ogni dove che fu
costruita nel 1833-60 in stile neoclassico e consacrata a Santa Maria nel 1871.
All'edificazione concorse l'intera cittadinanza con lavoro e sovvenzioni
volontarie. L'architetto, il maltese Giorgio Grognet de Vassé (sepolto nella
cappella della Madonna della Consolazione, una delle sei del tempio), s'ispirò
nella costruzione al Pantheon romano. La cupola - alta 67m e con un diametro di
37,34m - fu innalzata senza il sostegno di impalcature, saldando ciascun corso
di pietre al sottostante. È ritenuta la terza più grande del mondo, dopo
quella di San Pietro a Roma e di Santa Sofia a Costantinopoli. All'interno si
ammirano pitture del Cali e di altri artisti maltesi, oltre a una Madonna con
il Cristo defunto di scuola genovese del XVII secolo. Il richiamo principale
della chiesa è costituito dalla bomba custodita in sacrestia a ricordo di un
evento miracoloso. Il 9 aprile 1942, alle 16,40, tre bombe colpivano la cupola:
due rotolavano senza esplodere nella piazza sottostante, la terza perforava
senza slabbrature il tetto; nella caduta colpiva due volte la parete interna
prima di rotolare sul pavimento nel bel mezzo del servizio religioso, senza
esplodere. Non uno dei 300 fedeli presenti rimase ferito. Il 15 agosto, festa
parrocchiale dell'Assunzione, la chiesa s'addobba di ricchi e preziosi
damaschi.
Da Mosta si possono fare escursioni a Naxxar e alle Victoria Lines.

Sarajevo
Con
i suoi 360.000 abitanti è la capitale della Bosnia Erzegovina ed è
situata a 537 m su alcune alture lungo le due rive del fiume Miljacka. Prima della guerra, la ricca storia della città si manifestava nelle
moschee, nei mercati e nel vecchio e pittoresco bazar turco. Il lungofiume era
rimasto quasi inalterato dal 1914, data del fatidico assassinio dell'arciduca
Francesco Ferdinando, e 70 anni dopo, quando Sarajevo tornò a richiamare
l'attenzione del mondo ospitando le Olimpiadi invernali del 1984, si potevano
ancora visitare i luoghi del conflitto.
Per secoli a Sarajevo erano convissuti pacificamente musulmani, serbi, croati,
turchi ed ebrei: una tradizione di tolleranza ridotta in cenere durante l'ultima
guerra che ha provocato 10.000 morti e 50.000 feriti. Nonostante i tre anni di barbaro assedio, Sarajevo ha riconquistato un grado di
normalità accettabile: i tram funzionano, molti alberghi e molte caffetterie
sono di nuovo aperti e i turisti ricominciano lentamente ad affluire. I primi a
venire a Sarajevo sono stati i 'curiosi di guerra', interessati a vedere subito
i luoghi resi tristemente famosi dal conflitto, ma anche questa moda sembra
essere in declino. Forse con il tempo e un po' di fortuna Sarajevo sarà di
nuovo una metropoli vivace. Dopo aver sentito per anni tutte le sofferenze a cui Sarajevo
andava incontro, ci si potrebbe giustamente chiedere se la città valga una
visita turistica. Però anche se è vero che la guerra è andata vanti per anni
e ha fatto danni ingenti, questi sono stati fatti più sulla psiche dei suoi
abitanti che non sulle costruzioni della città. Bascarsija, il vecchio centro
di Sarajevo è stato completamente restaurato ed oggi è un'area molto bella e
viva da visitare. Vicino a quest'ultima, Ferhadija è la più elegante
strada di Sarajevo, in stile mittel-europeo, con café alla moda e eccentrici e
negozi di ogni genere ricercati. Solamente la zona dei palazzi governativi
e le periferie risentono ancora visibilmente dei danni della guerra. Durante
l'assedio della città una agenzia matrimoniale del posto pubblicizzava i suoi
servizi così: "In questo mondo di guerre e morte l'unica cosa che ha un
senso è fare l'amore." Conquistata dai Turchi nel
1429, si sviluppò solo alla fine del XVI sec. Capoluogo amministrativo dal
1850, passò all'Austria-Ungheria nel 1878. L'assassinio qui avvenuto
dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo e di sua moglie Sofia Chotek da
parte del nazionalista serbo Gavrilo Princip (28 giugno 1914) fu la causa occasionale dello scoppio
del primo conflitto mondiale.La nascita di questa città non è avvolta nel mito come
altre. Il suo fondatore Isa-bey Isakovic e il suo grande benefattore che
diede alla città il suo stile riconoscibile Gazi Husrev-bey, sono conosciuti.
Questi due signori non sperperarono la loro saggezza e la loro ricchezza, ma
costruirono ponti, mulini, bagni pubblici e canali. In tutto questo si
costruì una città. Quando l'Europa stava sperimentando il Rinascimento, c'erano
solo tre o quattro villaggi tra la valle tra Hum e il monte Trebevic, allora
chiamato Zlatni. Il nucleo più antico dell'abitato è costituito da due quartieri, il
musulmano e il cristiano: fra i più antichi monumenti turchi, la Moschea imperiale, costruita nel
1450, ma quasi interamente rifatta nel 1565. Varie moschee risalgono al secolo
XVI; fra esse la più importante è quella di Gazi Husref Beg (1530), seriamente
danneggiata da un bombardamento nel 1992, ispirata al modello di S. Sofia di
Costantinopoli, con grande cupola su tamburo ottagonale, due cupole minori e
alto minareto. Agli ultimi decenni del secolo scorso risalgono invece la
cattedrale cattolica neogotica (1889), la chiesa ortodossa dei S. Arcangeli e il
Municipio (1878), di gusto eclettico.

Szeged
Sul
punto in cui confluiscono i fiumi Tisza (Tibisco) e Maros (o Mures), nel cuore
della pianura Pannonica, si estende la città di Szeged (Seghedino, in italiano),
nominata la "città del sole" per via delle ore d’insolazione
(2.100 ore l’anno) cui è sottoposta. Dista 170 km dalla capitale, percorrendo
la statale 5. E’ raggiungibile anche in treno. Nel
1879 fu quasi distrutta dalla piena del "biondo Tisza", ma poi
ricostruita con un intervento di cooperazione internazionale. Qui si producono
il famoso salame Pick e la non meno rinomata paprika di Szeged.
Questo importante centro e le rinomate e famose scuole hanno già dato e
continuano a dare al paese scrittori, poeti e scienziati. Nella Piazza del Duomo
(grande come piazza San Marco di Venezia), una delle più
belle piazze del paese, si trovano alcuni edifici importanti della città. La
neoromanica Chiesa votiva, di dimensioni impressionanti, fu portata a termine
nel 1930, grazie ai doni dei sopravvissuti dell’alluvione. Nell’abside si
trova un mosaico raffigurante l’immagine della Madonna col vestito ricamato e
con le pantofole tipiche della regione. L’organo a cinque registri ed a 10.000
canne è spesso usato ai concerti d’organo. La Torre Dömötör (Demetrio) è
il resto di una chiesa del secolo XII. Nella Galleria Commemorativa sono esposte le statue di cento personaggi
rilevanti della storia ungherese. Sulla campana di mezzogiorno appaiono le
figure dei carillon. D’estate, la piazza è adibita a teatro del Festival
di Szeged, di fama internazionale. La vicina Chiesa Serba (Révai u. 1)
dispone di un’iconostasi in stile rococò, tagliato in legno di pero con
ornamenti somiglianti a merletti, con 80 icone. La Nuova Sinagoga (Hajnóczy u.- Gutenberg u.), un edificio monumentale
in liberty moresco molto bello, forse uno dei più belli in Europa.
Gli ornamenti di color bianco, oro, blu, le grandi finestre e la cupola in vetro
- che rappresenta l’universo - prestano all’interno un’atmosfera
affascinante. La Chiesa della città bassa (Chiesa della Madonna della
neve, Mátyás tér), con l’attiguo convento, in stile tardogotico del secolo
XV, è la più grande chiesa costruita durante il Medioevo nel territorio della
Grande Pianura e racchiude la copia della famosissima sacra immagine di
Czestochowa. La patinata Pasticceria Virág (Klauzál tér 1) è il centro della
vita estiva della città, il luogo delle riunioni e degli spettacoli
culturali. Il
Museo Ferenc Móra (Roosevelt tér 1-3) custodisce un ricco materiale
d’archeologia (dei tempi degli Avari), d’arte figurativa, di scienze
naturali, di farmacologia, del folclore del comitato di Csongrád; vi si trova
inoltre l’esposizione commemorativa di Ferenc Móra (1879- 1934), grande
scrittore ungherese nativo della città, il primo direttore del museo
stesso. Il
Museo del castello, con il lapidario (Várkert), sistemato nella parte rimasta
del castello di Szeged, demolito nel 1882, presenta l’esposizione della storia
locale. La Collezione della storia della fabbrica salumiera di Szeged (Felsõ-Tiszapart
10) mostra le diverse fasi della produzione del salame Pick, diffuso in tutto il
mondo. Infine, ma non per ultimo, è il caso di visitare il Mulino a vento (Szeged-Kiskundorozsma), uno degli ultimi di questo genere, tipici nella Grande
Pianura.

Tilburg
Conta
234.000 abitanti, e si trova nella provincia del Brabante Settentrionale, a 15 m sul Canale
Guglielmina e a 20 km a sud-ovest di 's-Hertogenbosch. Possiede un paio di curiosi musei, uno sull'industria tessile, l'altro sulle
scritture e le macchine per scrivere, con più di 500 esemplari di macchine.
Nodo ferroviario con industrie tessili (lana), dell'abbigliamento, conciarie,
alimentari, elettrotecniche, del legno, meccaniche, cartarie,
alimentari e dei laterizi.


