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CARTOLINE D'ITALIA
- Le città
d'Italia -
In questo
mese:
Ascoli
Piceno
È una città medioevale, punteggiata da torri e campanili, avvolta nel caldo
colore dorato del travertino, stretta su tre lati dall’acqua dei fiumi
Tronto e Castellano che qui confluiscono. Conserva avanzi romani (ponti e mura) ed edifici medievali,
come la chiesa gotica di S. Francesco (1282-1371), e rinascimentali. Antica capitale dei Piceni,
conquistata dai Romani con tutta la regione nel 286 a. C., Ascoli ha
conosciuto uno splendido passato: perfino Alarico si rifiutò di raderla al
suolo, affascinato dalla sua bellezza e conscio della sua importanza
strategica. Nel 587 fu
conquistata dai Longobardi (ducato di Spoleto), fu
contea di Carlo Magno (774) e libero Comune dal 1185, mentre dal 1502 al 1860 passò sotto la sovranità papale. Adesso, nel cuore medievale della città, si aprono le piazze
rinascimentali più belle della Marche, come piazza del Popolo, il cuore della
città, in cui spicca il palazzo dei Capitani
del Popolo (secolo XIII), sormontato da una torre del Duecento, con un cortile
rinascimentale e un massiccio portale. Ai lati della piazza, nei caffè e nelle pasticcerie sotto i
portici si accompagnano gli aperitivi con le irresistibili olive ripiene,
capolavoro della gastronomia ascolana. Il centro antico, che si
sviluppò soprattutto nei secc. XII-XIII e poi nel rinascimento,
ricalca la pianta a scacchiera dell'abitato romano. Di questo rimangono tratti
di mura, la porta Gemina e i ponti di Cecco e di Solestà. Il centro feudale e
vescovile corrisponde all'attuale piazza dell'Arringo, su cui prospettano il
palazzo comunale, con facciata a portici della metà del Settecento, e la
facciata del duomo (1529-1539), di Cola dell'Amatrice (1529-39). Sul fianco del duomo si
trova il battistero romanico, ottagonale su base quadrata con loggette cieche di
tipo lombardo. L'influsso dei modelli lombardi è visibile anche nella chiesa
romanica di S. Vittore, mentre la chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio ha una
facciata a riquadri geometrici di tipo umbro. La città conserva intatte vie
e quartieri in cui torri e chiese medievali e palazzi del Rinascimento si
susseguono armoniosamente in compatta sequenza (via dei Soderini, via di Solestà
ecc.). Lungo queste vie, le rue che ancora
rispettano il tracciato delle antiche vie romane, si corre ogni agosto il
Torneo della Quintana, al termine di una lunga sfilata in costume
quattrocentesco degli abitanti dei sestieri in cui è divisa la città. È sede vescovile, centro culturale e
d'arte con industrie tessili, meccaniche, dei laterizi, delle ceramiche,
chimiche, cartarie, alimentari. È sede vescovile, centro culturale e d'arte con una zona industriale in
sviluppo (industrie tessili, meccaniche, dei laterizi, delle ceramiche,
chimiche, cartarie, alimentari).
Cascina
Cascina
giace sulla sinistra del fiume Arno, situata in
posizione geografica centrale nella pianura pisana, e presenta
un territorio ricco di monumenti storicie e antiche
ville. Il tracciato urbano è tipico del Castrum romano, con
pianta rettangolare solcata da strade perpendicolari, e conserva parte della
cinta muraria medievale con le sue
torri e la pieve romanica: un ricco patrimonio
artistico, storico
e culturale. La
più antica memoria del paese risale alla metà dell'VIII secolo, quando i
vescovi di Pisa possedevano qui una corte. Lucchesi prima e Fiorentini poi,
contesero a Pisa il suo possedimento.
Cascina
era un antico borgo fortificato, corrispondente al tipico impianto dei
"borghi franchi" basso medievali, che presentava caratteristiche
nuove rispetto alle preesistenti strutture più antiche. Successivamente
divenne un importante borgo agricolo appartenente al Vescovado di Pisa. Nei
secoli XVI e XVII acquistò sempre più rilevanza come centro agricolo e
commerciale per la sua tipica collocazione sull’arteria di collegamento tra
Firenze e il porto di Pisa. Cascina fu spesso campo di battaglia negli scontri
tra Firenze e Pisa e famoso fu quello avvenuto il 29 luglio 1364, immortalato
dal Vasari in un dipinto ed attualmente esposto in Palazzo Vecchio a Firenze.
Dopo essere rimasta sotto il dominio di Pisa per l’intero secolo XIV,
Cascina passò quindi sotto il dominio fiorentino. Divenne in seguito
podesteria comprendendo 21 comuni e nel 1798 fu elevata a Vicariato col titolo
di Vicariato di Cascina e Pontedera. Alla fine dell’800 si sviluppò
rapidamente come centro di lavorazione del legno, tanto che oggi Cascina é
una delle capitali del mobile italiano. L’antica storia della città rimane
scritta nei tanti monumenti quali la Pieve di S.Maria, la Cappella del
Sacramento, l’Oratorio di S.Giovanni, il Campanile, l’Oratorio di S.
Croce, il Palazzo Stefanini e la bella cinta muraria del XIII secolo, poi
modificata e innalzata in epoche successive. I dintorni sono ancora costellati
di antiche testimonianze storiche e architettoniche che confermano l’importanza
e la ricchezza di un territorio storicamente collocato in una posizione
geografica di interesse strategico.
PIEVE DI S. MARIA: La Pieve dedicata a
Santa Maria Assunta e a San Giovanni é la più antica del territorio di Cascina
ed è già esistente, come chiesa, nel 750. L’edificio fu ricostruito tra il
XI ed il XII secolo secondo lo stile romanico-pisano ed ha avuto successivamente
due restauri nel 1795 e nel 1849. La facciata é caratterizzata nella parte
inferiore da cinque arcate, ripetute in numero di tre nella parte superiore.
L’interno a pianta basilicale con tre navate ed abside centrale, conserva
opere di pregio tra le quali un affresco del 300 di Madonna col Bambino, una
Vergine in terracotta del 1500, una pregevole acquasantiera del XII secolo ed
altre tele di scuola pisana del Seicento e Settecento.
CAPPELLA DEL SS. SACRAMENTO: Allineata a nord, comunicante con
la Pieve, si trova la cappella del Sacramento in stile tardo barocco. Un tempo
era una chiesa a parte, divisa dalla pieve da un cimitero. Interessante
all’interno della Cappella una tela di Scuola Lucchese della fine del 600 che
raffigura S. Caterina da Siena in atto di assistere gli ammalati.
ORATORIO DI SANTA CROCE: Secondo Oratorio di Cascina si trova
sulla piazza della pieve. E’ in stile barocco e fu sede della Confraternita di
S. Croce finché nel 1785, quando venne chiuso quello di S. Giovanni, fu adibito
a Battistero della Pieve.
CAMPANILE: Struttura semplice e massiccia, realizzata con
conci di calcare di Uliveto, è a pianta quadrata e affianca la chiesa; privo di
decorazioni fu parzialmente ricostruito in laterizio alla sommità nella seconda
metà del 400. Il campanile si conclude con una struttura piramidale.
PALAZZO STEFANINI: Di fronte alla Pieve di S. Maria di Cascina
si può visitare il palazzo, ora sede della Misericordia, appartenuto
all’agiata famiglia cascinese degli Stefanini dal 1647 fino al 1841.
L’edificio, che nel 700 aveva dimensioni maggiori, prese origine dalla
ristrutturazione di alcune case preesistenti. La facciata é in laterizio e con
tre ordini di finestre rettangolari incorniciate da pietra serena, come il
portale. Alla semplicità dell’esterno si contrappone la ricchezza decorativa
dell’interno. Merita una visita l’ampio salone con ballatoio fastosamente
decorato con gusto tardo barocco già sensibile al neoclassico.
ORATORIO DI S. GIOVANNI: Questo edificio (chiamato anche
"magione") fu costruito nel XIV secolo e appartenne ai Cavalieri di
Rodi e poi a quelli di Malta. La chiesa fu costruita in funzione degli affreschi
che ne decorano le pareti interne che servirono da libro per i fedeli poveri e
analfabeti (la cosiddetta Bibbia dei poveri). La pianta é a navata unica in due
campate di uguale misura, coperta con volte a crociera. Il committente fu
Bartolo Palmieri di Cascina cavaliere gerosolimitano. Tutta dipinta da Martino
di Bartolomeo di Siena nel 1398 sviluppa storie dell’Antico Testamento, e in
misura minore del Nuovo finalizzate all’evento della Crocifissione.
L’edificio fu utilizzato prima come magazzino di legnami e zolfo, poi come
stalla e falegnameria. Nel 1919 divenne proprietà delle Suore Teresiane di S.
Martino che di recente hanno lasciato l’edificio. A partire dal 1921 vi furono
interventi di restauro sia dell’edificio che degli affreschi, grazie
all’interessamento di Monsignor Pasquale Stefanini.
TORRE CIVICA: L’imponente torre civica merlata e dotata di
orologio si affaccia sulla piazza principale della cittadina in tutto il suo
aspetto di presidio militare medievale, risaltato dal recente restauro del 1981.
CINTA MURARIA: I cascinesi provvidero a munirsi della cinta a
difesa dell’intero borgo molto presto, così come é possibile riscontrare in
una documentazione del 1293. Nel XIV secolo la struttura fu modificata e
rafforzata. Nel 1385 vi fu un innalzamento delle mura tramite l’adozione di
una continua merlatura "ghibellina" e la ripartizione del perimetro
esterno delle mura fra 12 torri. Le balestriere (zone dove si collocavano i
soldati durante il combattimento) di laterizio si intervallavano regolarmente a
circa due metri da terra. Il tessuto murario testimonia le diverse fasi
costruite con l’uso di materiali diversi, il verrucano per la prima fascia,
materiale misto per la seconda e terza fascia. Un largo fossato cingeva
l’intero perimetro murario e due sole erano le porte di accesso collocate
sull’odierno Corso Matteotti: Porta Pisana e Porta Fiorentina, entrambe
demolite dopo il 1889.
Castellana
Grotte
Località
agricola al margine di una depressione carsica (valle di Genna) nell’entroterra
di Monopoli. Qui si trovano le celebri grotte carsiche al
fondo di una voragine detta Grave, il complesso più grandioso, bello e
valorizzato del territorio italiano; scoperte ed esplorate nel 1938 dallo
speleologo Franco Anelli, hanno uno sviluppo prevalentemente orizzontale di ca.
2.000 m s.m. lungo piani di frattura degli strati rocciosi calcarei. Si tratta
di ampie cavità in cui gli sviluppi verticali raggiungono anche i 30 m di
altezza; tra queste, la grotta Nera, la caverna dei Monumenti, così chiamata
per le grandi stalattiti che sembrano statue, sala della Civetta, sala dell’Altare
dalle sottili formazioni che assomigliano a ceri e la caverna Bianca. Quest’ultima
è considerata tra le più belle del mondo per le strabilianti formazioni di
cristalli purissimi; anche le gallerie di comunicazione sono abbellite da
splendide concrezioni. Una labirintica serie di cunicoli con meravigliose
concrezioni stalagmitiche e stalattitiche, citate in un atto notarile già nel
917. Il comune di Castellana (18.000 ab., a 290 m s.m.),
così denominato fino al 1950, si trova nella Murgia Bassa.
Produzione agricola (olive, uva, ortaggi e frutta), allevamento bovino e
industrie (alimentari, dei materiali da costruzione, dei mobili e degli
imballaggi) costituiscono le principali risorse economiche.
Falcade
È
una località montana, a 1.137 m s.m., situata in testa alla valle del Biois,
nell’Agordino bellunese, circondato dalle vette dolomitiche del Forobon e
delle Cime d'Auta. Ben dotata per il soggiorno estivo, grazie alle numerose
possibilità di escursioni e il bel panorama, è un ottimo punto di soggiorno
anche per gli sport invernali, per i quali rientra nel comprensorio sciistico
delle "tre valli". Falcade rappresenta così un ottimo punto di
partenza per escursioni sulle Dolomiti. Nei dintorni sorge la chiesa di S. Simon
del secolo XII, rimaneggiata nel Settecento. Attraverso i valichi dei passi di
Valles e di S. Pellegrino, si raggiungono in breve S. Martino di Castrozza e
Moena. La lavorazione del legno e il turismo estivo e invernale, favorito da una
consistente attrezzatura alberghiera, costituiscono le principali attività
economiche.
Realmonte
Realmonte
dista 10 Km. da Agrigento, alla cui provincia appartiene. Il comune conta 4.629 abitanti e ha una superficie di 2.041
ettari per una densità abitativa di 227 abitanti per chilometro quadrato. Sorge
in una zona collinare litoranea, posta a 152 metri sopra il livello del mare. Grazioso centro agricolo a pochi metri dalla costa, Realmonte
si distingue per la ricca produzione di uva, cereali, mandorle e ulivi. Fiorente
è l'allevamento di ovini. Dal sottosuolo vengono estratte considerevoli quantità
di salgemma e sali di potassio. Tipica è la lavorazione artigianale di oggetti
in legno e ferro. Il nome Realmonte deriva dal latino Mons Regalis che
significa "Montagna del re". Il primo borgo venne fondato nel
XVII secolo dai signori Alimena duchi di Castrofilippo e a questa nobile
famiglia rimase sino al 1812, anno dell'abolizione della feudalità. Spicca fra i monumenti la Chiesa Madre dedicata a S. Domenico
eretta nel 1700. Nelle zone limitrofe al paese è presente l'area archeologica
di Villa Romana Durrueli in cui è stata rinvenuta una villa romana risalente al
I secolo d.C.. Realmonte è un piccolo paese posto su una pianura vicina al
mare. Tra la spiaggia e le colline gessose che limitano la costa si erge la
"Scala
dei Turchi".
La Scala è un'amena scogliera di marna, una roccia sedimentaria a grana fine
formata da calcare e argilla dal caratteristico colore bianco, sulla quale il
vento e la pioggia hanno scavato una gradinata naturale. Lo spettacolo è unico, il bianco degli scogli reso più
forte dalla luce del sole si introduce tra l'azzurro del cielo e il blu del
mare: un vero paradiso. Le acque sottostanti sono di una trasparenza unica e
accolgono in estate numerosi bagnanti e amanti della tintarella. Secondo un'antica leggenda i corsari saraceni, dopo aver
ormeggiato le loro navi nelle acque protette dalla Scala, si
arrampicarono tra gli anfratti e le insenature raggiungendo la cima della
scogliera. Poi razziarano beni di ogni sorta dai villaggi del luogo.
È poco probabile che i Turchi fossero giunti fin qui, ma l'immagine popolare ha
finito per prevalere. Alla Scala dei Turchi è legata anche un'altra
leggenda: a circa duecento metri dalla riva affiorano due scogli, "u
zitu" e "a zita", che ricordano la storia di due
giovani innamorati del posto.
Sermoneta
La
cittadina, sul versante dei monti Lepini a dominio dell’Agro Pontino, conserva
un suggestivo aspetto medievale. Circondata da mura duecentesche con torri
semicilindriche, sorge ai piedi del castello Caetani (secc.
XV-XVI) ampliato nel ‘500 da Antonio da Sangallo il Vecchio per ordine
di Alessandro VI Borgia. La cattedrale, eretta nel sec. XIII in stile
gotico-cistercense e poi rimaneggiata nel XVIII, ha un bel campanile con
scodelle maiolicate. Nei pressi, l’abbazia di Valvisciolo, fondata nel sec.
VIII dai monaci greci, ricostruita dai Templari nel sec. XIII, è passata circa
un secolo dopo ai cistercensi.
Sestriere
Nel periodo tra le due guerre, per iniziativa della famiglia Agnelli, su un
colle che collega la Val Chisone con la Valle di Susa, nacque un comprensorio
di impianti e attrezzature alberghiere che oggi ha pochi rivali in Europa e in
cui si disputano anche le gare della Coppa del mondo di sci. L’estensione
dell’abitato (820 ab., a 2035 m s.m.), il numero degli alberghi e delle piste hanno certo
profondamente alterato il paesaggio naturale (le strutture architettoniche più
famose sono gli alberghi a torre, alti e cilindrici), ma la conca del
Sestriere resta una delle più frequentate località sciistiche delle Alpi. Il comune comprende tre distinti
abitati: Sestriere Borgata, nell'alta valle del Chisone, Champlas du Col, in
quella di Susa, e Sestriere Colle, sul colle omonimo, tra la valle del Chisone e
quella della Dora Riparia. Nei dintorni si trova il parco naturale della val
Troncea.
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