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CARTOLINE D'EUROPA

- Le città
d'Europa -
In questo
mese:

Avignon
/ Avignone
Avignone
si è sviluppata in una posizione fortemente strategica, alla confluenza dei
fiumi Rodano e Durance. Attualmente conta circa 90.000 abitanti, oltre che un
centinaio di monumenti di grande importanza storica, ed è artisticamente uno
dei centri più importanti di Francia. La notorietà della città è legata alla
cosiddetta ‘cattività avignonese’ (1309-1377), i quasi 70 anni in cui la
città divenne sede papale, sostituendo Roma. Agli inizi del XIV secolo infatti,
l’influenza francese sul papato divenne talmente forte da portare nel 1305
all’elezione del papa francese Clemente V che quattro anni più tardi si spostò
ad Avignone, scelta confermata anche dai 6 successivi papi francesi, Giovanni
XXIII, Benedetto XII, Clemente VI, Innocenzo VI, Urbano V e Gregorio XI.
Divenuta stabilmente sede del papato Avignone si arricchì di prestigiosi
edifici, chiese, palazzi, banche e fu per molti anni uno dei poli di attrazione
per artisti di ogni genere. Fu comunque Gregorio XI a riportare la sede papale a
Roma, un anno prima di morire, dando di fatto con questa decisione il via allo
Scisma d’Occidente e all’insediamento ad Avignone degli antipapi Clemente
VII (1378-1394) e Benedetto XIII (1394-1409).
Il Palais des Papes (Palazzo dei Papi) è sicuramente la principale attrazione
turistica della città. Ne iniziò la costruzione Giovanni XXII che trovò
inadeguato il vecchio palazzo episcopale e lo fece ingrandire, seguito da
Benedetto XII che fece addirittura demolire il palazzo preesistente per
costruire un edificio completamente nuovo. Il progetto era talmente imponente da
venir terminato solamente nel 1351 dal papa successivo, Clemente VI.
L’edificio è in realtà costituito da due diverse parti che riflettono
l’evoluzione stilistica intercorsa durante le lunghe opere di costruzione: il
‘palazzo vecchio’ in stile romanico e il ‘palazzo nuovo’ in stile gotico
e riccamente decorato. Purtroppo il complesso è stato gravemente danneggiato da
un terribile incendio nel 1413.

Kos
Si
tratta di un’isola molto vicina alla costa turca, appartenente al gruppo del
Dodecaneso, un arcipelago che comprende molte isole poste lungo la costa
anatolica. Possiede nella parte interna una morfologia rocciosa, con rilievi
sparsi e molte sorgenti fra cui alcune termali, coste sabbiose molto belle con
grandi attrezzature turistiche, che costituiscono una delle principali risorse
economiche, accanto all’agricoltura e all’allevamento. I primi
insediamenti risalgono addirittura all’età neolitica: nel XV secolo venne
popolata dagli Achei, ma ebbe un forte impulso in seguito all’occupazione
dorica nel 700 a.C., divenendo un centro di prestigio e di commerci, nonché
la sede di un’importante scuola di medicina fra i cui studiosi si ricorda
Ippocrate. Fu micenea e persiana prima di essere contesa tra Atene e Sparta;
fu poi romana e bizantina (fino al 1315, quando passò ai cavalieri di S.
Giovanni). In seguito entrò a far parte dell’impero d’oriente e fra
l’inizio del XIV secolo e il XVI secolo appartenne all’ordine dei
Cavalieri di Rodi. Successivamente fu la volta della lunga dominazione turca
(1522) che tenne il gruppo di isole costiere fino alla guerra dei Balcani del
1912, quando si trasformarono in un protettorato italiano. In seguito al
terremoto del 1933, che distrusse gran parte della città, sono stati condotti
una serie di scavi che hanno riportato alla luce, oltre al quartiere del porto
con numerosi sacelli e santuari, l'agorà lastricata, circondata da un portico
dorico, e vari resti della città romana, distribuiti attorno al cardo e al
decumano: del teatro, di varie case private ornate di pitture e di mosaici, di
chiese e di un battistero paleocristiani. Altre aree di scavo, con edifici di
varie epoche, sono visibili in diverse località dell'isola (Ziparion, Kapamà,
Asfendiou, Astipàlea, ecc.). Al termine della seconda guerra divennero
definitivamente parte dello stato greco. Madrepatria di Ippocrate, il padre
della medicina, per l’importanza dei suoi siti archeologici l’isola di Kos
è seconda solo a Rodi. E’ un’isola di grande richiamo turistico e le sue
spiagge sono in genere molto affollate dai classici bagnanti con parasole e
sedie sdraio. Se proprio tenete alla tintarella e alle giornate sulla
spiaggia, aspettate di essere su isole più tranquille; a Kos, l’alternativa
alla spiaggia può essere una visita istruttiva alla storica capitale, Kos
città, e alla sua vivace vita mondana. Le innumerevoli testimonianze
archeologiche di epoca classica, ellenistica e romana ritrovate durante gli
scavi sono sparse per tutta la città. Oltre al Museo Archeologico,
interessanti da visitare sono l’antica agora, le rovine del Tempio di
Afrodite, il Tempio di Ercole e una basilica cristiana del V secolo. Ma il
monumento più significativo di Kos è il castello dei Cavalieri, che domina
la città dall’alto. Un vero must è rappresentato dalle bellissime rovine
di Asklepion, che sorgono non lontano dalla città di Kos, un tempio dedicato
ad Asclepio (che i romani chiamarono Esculapio), il dio greco della medicina.
In questo luogo sorgevano un centro medico e una scuola di medicina dove
professava Ippocrate. Qui si erge il famoso Platano di Ippocrate, sotto il
quale, secondo la leggenda, insegnava il grande medico. Anche se l'albero è
di sicuro uno dei più antichi d'Europa, è difficile che risalga al tempo di
Ippocrate. Fuori dalla capitale vi sono numerosi villaggi e belle spiagge, ma
dovrete fare attenzione a dove andate. Un esempio di ciò che dovete
assolutamente evitare è il trasandato e sovraffollato sito turistico di
Kardamena. L’isola di Kos è ben servita da traghetti che la collegano alle
altre isole del Dodecanneso.
La città di Kos è il centro
più importante e il capoluogo. Si sviluppa in una baia nella zona nord-est ed
è stata interamente ricostruita dopo il terremoto che ha devastato l’isola
nel 1933. La città si caratterizza per i lunghi viali ombreggiati da palme e
giardini fioriti, dove si trovano bar, ristoranti, locali diurni e notturni
per tutti i gusti, soprattutto per coloro che amano il divertimento
travolgente. Non mancano testimonianze archeologiche e storiche di grande
interesse. Nella parte storica domina il Castello dei Cavalieri iniziato nel
XV secolo durante il breve dominio veneziano. Edificato utilizzando pezzi di
antichi monumenti, racchiude fra le due cinte murarie una collezione
archeologica con molti resti di epoca classica e tardo-romana. La visita alla
città non può prescindere dalla vicina Piazza del Platano, una pianta
ultracentenaria sotto la quale la tradizione popolare vuole che Ippocrate
impartisse le sue lezioni ai discepoli. Qui si trova anche una fontana turca a
forma di tempietto, che riutilizza colonne e capitelli romani, e la moschea
della Loggia risalente al XVIII secolo. La zona del porto è un sito di scavi
archeologici interessanti con resti di una basilica paleocristiana, tracce
dell’antica agorà romana e di un santuario di Afrodite. Tra l’altro
durante l’occupazione italiana è stata scoperta una villa romana del III
secolo d.C., in parte ricostruita, che conserva ancora mosaici e affreschi.
Più a sud è stato portato alla luce anche il complesso delle terme centrali,
dello stesso periodo. Vicino alle terme si incontrano resti di un tempio di
Dioniso del II secolo a.C., alcune case romane del III secolo, il ginnasio
Xistó del II secolo a.C., il teatro Odéion romano con nove gradinate in
marmo e un ninfeo, l'elegante bagno pubblico del III secolo. La zona di
maggior interesse è sicuramente rappresentata dal tempio di Asclepio che si
trova a circa 4 km dalla città, verso sud-est. Centro medico e religioso
dedicato al figlio di Apollo e dio della medicina, venne eretto nel IV secolo
a.C. su quattro terrazze; sulla terza si trovano l'altare di Asclepio, i resti
di un tempio romano e di un'esedra semicircolare forse un antico bagno
pubblico.
Fra le altre località dell’isola ricordiamo Zipari, dove si trovano i resti
di una basilica paleocristiana; Andimahia (o Antimácheia), presso cui sorge
un antico castro, ampia fortezza dei Cavalieri di Rodi; Kefalos,
caratteristico borgo con vecchi mulini a vento, dove è stato ritrovato un
tempio ellenistico dedicato a Demetra, e Hágios Fokás.

Mali
Losinj
Mali
Lošinj (Lussinpiccolo in italiano) a discapito del nome è la città più
grande dell'intera isola di Lošinj (Lussino). Sebbene sia una città di mare,
fino al XII secolo Mali Lošinj fu abitata da pastori e agricoltori; si trasformò
in una città marittima, dedita alla pesca, e raggiunse il suo apice nel XIX
secolo quando le navi a vela vennero sostituite con quelle a vapore. Grazie al
clima favorevole ed alla bellezza del suo mare, la città è divenuta oggi un
paradiso turistico ed è una delle mete più ambite dell'arcipelago. Lošinj,
collegata da un ponte all'isola di Cres, è una delle isole più grandi della
Croazia e comprende tanti piccoli isolotti facilmente raggiungibili in barca. La
città di Mali Lošinj è una città romantica situata ad anfiteatro intorno
alla parte meridionale di un golfo, circondato da pini aromatici, cipressi,
palme ed ulivi. Sul golfo giacciono solo piccole imbarcazioni poiché il porto,
dal quale salpano le navi che raggiungono la terraferma, si trova appena fuori
città, insieme alla marina ed al cantiere navale. Tutta la costa dell'isola è
formata da straordinari e numerosi golfi, insenature e lungomari. Non c'è
sabbia sull'isola ma solo rocce, sassi o ghiaia. Appena fuori città si trova
Čikat, un bosco di pini: il bosco cominciò a divenire tale nel 1886 per
volere del prof. Haračić (500000 alberi in 5 anni ). Al centro del
bosco giacciono stupende ville e residenze, tra le quali Villa Adelma, del 1889,
e Villa Karolina, costruita per Josef F. Lovasy. Il centro di Mali Losinj è
ricco di ristoranti, gelaterie, trattorie e negozi, e offrono tutto il necessario
per una piacevole vacanza. Sul colle che domina il borgo è la chiesa della
Nascita della Madonna, costruita nel 1757, e di fronte alla chiesa si trova il
Calvario. Sulla "magistralia", la via principale che attraversa tutta
l'isola, verso Veli Lošinj (Lussingrande) si trovano l'abitato Malin, in cui si
possono noleggiare camere e appartamenti, e Zagazine, ricco di ristoranti e un
negozietti. Poco distante è situato il piccolo borgo di S. Martin
caratterizzato da un piccolo porticciolo; il borgo è il più antico
insediamento dell'isola in cui si trova il vecchio cimitero con la chiesa di S.
Martin del XIV-XV secolo. Appena fuori Mali Lošinj si trovano altri due
graziosi abitati: Privlaka e Poljane, in cui si trovano gran parte dei campeggi
e degli alberghi presenti sull'isola.

Montegiardino
Le origini
di Montegiardino risalgono
all'epoca longobarda e forse più addietro. Annesso alla Repubblica nel 1463, è
sede di un antichissimo e suggestivo castello, che presenta un'architettura di rara
bellezza con scorci e visuali emozionanti. Interessante anche la chiesa (1865) per i paliotti ivi
custoditi, che risalgono al 1700. Il territorio di Montegiardino ha visto i
primi insiedamenti umani in epoca molto antica, come dimostrano il ritrovamento
di un idolo e di otto monete risalenti al periodo romano. In un rogito del 8
Agosto 1272, relativo ad una enfiteusi su terre poste nei possessi feretrani,
compare per la prima volta il toponimo “Monte Giardino”. Appartenne per
lungo tempo ai Conti di Carpegna per poi cadere, agli inizi del
Millequattrocento, sotto il dominio dei Malatesti di Rimini. I nuovi Signori
provvidero subito ad ingrandire e a potenziare il fortilizio, diventando così
una continua minaccia per la Repubblica, visto che i Malatesti non nascondevano
certo le mire espansionistiche nei confronti di San Marino. Fu ancora la guerra
del 1463 fra i malatestiani e le milizie della lega voluta da Papa Pio II che
portò Montegiardino, con curia, terre e giurisdizione, a diventare territorio
sammarinese, così come lo diventarono nello stesso periodo i Castelli di
Faetano, Fiorentino e Serravalle. I sammarinesi, come era loro consuetudine,
smantellarono subito la roccaforte, sollecitati anche dall’alleato Federico
d’Urbino, vista l’impossibilità, anche in questo caso, come per altri
castelli, di presidiare adeguatamente il fortilizio. Dopo lo smantellamento, gli
abitanti di Montegiardino adottarono l’interno della rocca a villaggio,
sfruttando le auguste dimore del presidio, oltre a costruire piccole e spartane
casette usufruendo del tracciato delle vecchie fondazioni, addossandosi anche ai
ruderi delle mura e al torrazzo diroccato. Ancora oggi è ben conservata la
porta principale del borgo, realizzata a tutto sesto su cui spicca un pregevole
stemma in pietra lavorata a mano. Attraversare l’androne di questa arcaica
porta vuol dire immettersi in un piccolo dedalo di anguste viuzze, strette fra
casupole di pietra e mattoni. Non è difficile immaginare di ritrovarsi in
quello che era l’antico fortilizio, di udire ancora il sinistro cigolìo del
ponte levatoio che si solleva, precludendo qualsiasi passaggio attraverso il
vasto androne, mentre gli armigeri, uscendo dai loro disadorni alloggi, si
preparano a vegliar di sentinella nella sera che si avvicina. In questi ultimi
anni l’antico borgo è stato sottoposto ad una lodevole opera di restauro e
bonifica; gli interni di buona parte delle abitazioni sono stati completamente
rimodernati, rispettando naturalmente le caratteristiche peculiari e
volumetriche delle stanze, le mura esterne e l’impiantito delle stradicciole
sono state oggetto di una accurata ripulitura e riconsolidamento, donando così
ad esso la meritata considerazione così come è giusto sia nei confronti di una
realtà urbanistica di profondo valore storico e culturale. Quasi di fronte allo
arcaico portale del borgo, un tempo sorgeva uno smisurato olmo plurisecolare,
orgoglio dei montegiardinesi, considerato quasi il simbolo del Castello. Ai
tempi del dominio dei Malatesti, al suo vetusto tronco venivano affisse le
“grida” del Signore di Rimini ed in seguito i bandi della Reggenza, somma
autorità della “Serenissima”, e gli avvisi delle fiere. Nel Novembre del
1938 l’olmo, ormai malato e cadente, fu abbattuto; nel 1982, al suo posto,
venne piantato un giovane “Celtis Australis”, sempre della famiglia degli
olmi, e i montegiardinesi guardano con tenerezza e nostalgia questo giovane
albero, testimonianza della vita che si rigenera, del ricordo che non vuole
morire. La chiesa del Castello, che si appoggia alla cinta del piccolo borgo,
mentre di fronte ad essa si apre la piazza del paese, è dedicata a San Lorenzo.
Tale chiesa, eretta nel 1865, di cui si ignora il progettista, prese il posto
della seconda, demolita perché pericolante; la prima aveva sicuramente origini
molto arcaiche, dato che, con l’avvento del cristianesimo, la tradizione vuole
che un luogo di culto fosse sito a pochi chilometri dal paese, su di un rilievo
collinare detto appunto Monte San Lorenzo. L’attuale edificio, in stile
neoclassico, fu oggetto di due restauri, è a tre navate e all’interno
troviamo, oltre ad una pregevole maiolica del ‘500, cinque paliotti in
scagliola policroma di notevole fattura, rispettivamente datati 1737, 1738,
1742, 1749, 1754; il paliotto che orna la parte anteriore dell’altare è
integrato da altri due di dimensioni più piccole, siti ai lati dell’altare
stesso. La chiesa possiede un organo costruito da Jacopo Bazzani di Venezia
intorno al 1833, mentre il fonte battesimale è del 1881. Il campanile, eretto
fra il 1890 e il 1891, fu realizzato dal capomastro sammarinese Giuseppe Reffi,
che a quei tempi dirigeva gli imponenti lavori di restauro che riguardavano il
Palazzo Pubblico, sede del governo della Repubblica. Poco fuori dal paese
troviamo “Villa Filippi”, un pregevole edificio ancora in buono stato,
esempio di quelle che erano le dimore signorili di compagna in un paese ad
economia agricola preindustriale; poco lontano da essa c’è l’ex-casa
Filippi, oggi completamente restaurata e sede dell’Istituto per gli Studi
Tecnologici dell’Università di San Marino. Il Castello di Montegiardino, il
cui territorio ha una estensione di poco meno di 3,5 chilometri quadrati, è il
Castello più piccolo di San Marino e con i suoi poco più di 700 abitanti, è
anche il meno popoloso. Qui l’agricoltura è ancora l’attività prevalente,
dove, accanto a chi il lavoro della terra lo fa per professione, troviamo anche
le famiglie che coltivano il loro piccolo apprezzamento, lavorato a vigna, a
frutteto o a orto, così da ricavarne prodotti sicuramente genuini e di ottima
qualità. Nel secolo scorso Montegiardino si trovò ad attraversare, grazie ad
una buona gestione dell’attività agricola, un periodo di diffuso benessere.
In quel tempo il Castello contava la presenza di grossi e ricchi proprietari
terrieri, che diedero il massimo impulso allo sviluppo agricolo, impostando una
razionale e intensiva coltivazione dei fertili terreni, non dimenticando
l’allevamento di bestiame, sia grosso che minuto. Tali illuminate famiglie non
lesinarono migliorie, dove queste potevano essere applicate, nel lavoro dei
campi e usarono un trattamento discreto con i mezzadri. Qua troviamo quindi
anche qualche realtà artigianale, in particolare falegnameria e un paio di
piccole industrie tessili. Di fronte ad un territorio dalle caratteristiche così
marcatamente agresti, è facile immaginare come i dintorni di Montegiardino
siano, da un punto di vista paesaggistico, semplicemente incantevoli; possiamo
prendere come esempio tutto il versante confinante con la regione Marche,
percorso da un tratto del torrente Marano, dalla natura incontaminata, quasi non
urbanizzata, se non qualche sporadica vecchia casa, alcune solo ruderi
disabitati, altre riattate, oltre alle mura fatiscenti di un antico mulino che
un tempo si serviva delle acque del vicino torrente; ed è la stessa cosa sul
versante che guarda l’aspra rupe di San Marino, con le sue tre rocche che, da
questo punto di vista, appaiono ancora più superbe e maestose. Questo versante
è per buona parte attraversato da una strada di ghiaia battuta detta Strada
Murcia, che da poi il nome anche alla zona. Al giorno d’oggi Montegiardino non
ha subito grosse trasformazioni rispetto al passato, a parte l’edilizia
residenziale che si è certamente incrementata in questi ultimi anni. Infatti
negli anni passati un buon numero di nuove generazioni di famiglie trasferirono
la propria residenza al di fuori del territorio del Castello proprio in
relazione alla penuria di abitazioni, facendo così aumentare, di conseguenza,
il numero della popolazione anziana. Ora invece grazie alla realizzazione di
nuovi insediamenti residenziali, il fenomeno si è ribaltato. Nel Castello hanno
sede le scuole d’infanzia e le scuole elementari, il cui edificio è stato
ultimamente dotato di una ampia ed attrezzata palestra. Adiacente all’edificio
scolastico esiste un grazioso parco detto “Le Stradelle”, anch’esso di
recente realizzazione. Però l’amore per la natura rimane ancora il sentimento
più forte, per la gente di Montegiardino, lo dimostra il fatto che è in fase
di progetto, da parte del Capitano di Castello e della sua Giunta, la
realizzazione di un museo della civiltà contadina, sito in quella incantevole e
bucolica località chiamata “La Murcia”: è intenzione far sì che questo
museo divenga realmente e concretamente “operativo” in quelle che sono le
principali attività agresti, come ad esempio la vendemmia, la preparazione e la
cottura del pane secondo le antiche maniere contadine, la vinificazione, ecc.

Rhyl
Il
Galles non è l'Inghilterra. E' un principato indipendente che si trova
all'interno del Regno Unito con lingua, storia e cultura ben distinte. La lingua
parlata è quella celtica, la più vecchia in Europa. Nel Galles settentrionale
si trovano i paesaggi più spettacolari delle isole britanniche, incluso il
Parco Nazionale di Snowdonia. E' una destinazione privilegiata dei turisti in
quanto offre una gran varietà di attività per escursionisti, osservatori di
uccelli, praticanti di sport acquatici, ciclisti e amanti della natura. Rhyl è
stata per decenni la stazione balneare preferita dalle famiglie britanniche ed
è ben conosciuta per la lunga distesa di spiagge sabbiose. Rhyl si trova
idealmente a metà strada tra gli spettacolari paesaggi del Galles
settentrionale e i centri commerciali dell'est, come Chester, antico borgo
romano cinto da mura, ora popolare centro dove si va a fare shopping. Chester si
trova a 30 minuti di treno o di auto, mentre Rhyl si trova solo a un'ora da
Liverpool. Da visitare, il Rhyl Sea Life Centre e l'Afonwen craft and
Antique Centre a Rhyl; il Conwy Suspension Bridge, il Conwy Butterfly Jungle, il
Conwy Aquatic Centre ed il Great Orme Copper Mines a Conwy, a pochi chilometri
da Rhyl. La zona è ricchissima di castelli e manieri, tra i quali spiccano il
Rhuddlan Castle, il Gwydir Castle ed il Bodelwyddan Castle. Quest'ultimo (nella
foto) ha fatto da scenario al campo di gara di giochi senza frontiere nel 1993. Clicca
qui per vedere le foto del castello presenti nella sezione "scenari
europei".

Waterloo
Situata
nella provincia del Brabante, con i suoi 50.000 ab., la città di Waterloo è
situata 15 km a sud di Bruxelles. La città, ricca più di monumenti
commemorativi dettati dalla storia che di chiese e musei, deve la sua fama
alla battaglia che qui si disputò tra francesi, inglesi e prussiani. La
Battaglia di Waterloo fu combattuta, il 16-18 giugno 1815, tra un'armata
francese al comando di Napoleone, una prussiana comandata dal generale Blücher
e una mista di Inglesi, Olandesi, Belgi e Tedeschi comandata da Wellington. Dopo
aver ripreso il potere durante i "Cento giorni", Napoleone marciò
con 120.000 uomini e 570 cannoni verso Bruxelles. Le truppe francesi,
sconfitte, dovettero ripiegare in disordine. La battaglia di Waterloo chiuse
definitivamente il ciclo napoleonico.

Zermatt
Questa
località sciistica e alpinistica alla moda brilla di luce riflessa grazie a una
delle più famose vette delle Alpi, il Cervino (Matterhorn, 4478 m). Gli
sciatori vengono qui, a 1620 m.s.l.m., per dedicarsi
alla loro attività preferita praticamente tutto l'anno e ci sono 230 km di
piste nella zona, adatte soprattutto agli sciatori di livello intermedio o
esperti. Ma c'è spazio anche per i più sedentari che vengono qui semplicemente
per ammirare lo stupendo panorama; Zermatt offre un panorama
fantastico con le sue 38 vette sopra i 4000 metri di altitudine. Per
alcune meravigliose viste sul Cervino e le vette vicine si può prendere la
famosa ferrovia a cremagliera fino a Gornergrat. È facile girare Zermatt a
piedi (la città è chiusa al traffico) e vale la pena esplorare l'Hinter Dorf,
piena di tradizionali e fatiscenti case walser in legno. Gli impianti di
risalita sono collegati a quelli di Cervinia. Una ferrovia la unisce a Visp e
Briga.
 

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