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CARTOLINE D'ITALIA - Le città d'Italia - In questo mese:
Centro agricolo e di soggiorno montano, che si raggiunge da Trento percorrendo la valle dell’Adige, offre ai visitatori una verde conca di prati incorniciati da fitti boschi di conifere. Vi si praticano sport invernali, mentre d’estate sono innumerevoli le escursioni che si possono organizzare. Sulla Paganella, approdo di seggiovia e cabinovia, si gode uno stupendo panorama su vette e valli. Sorge sulla riva del mare in corrispondenza della foce del Tagliamento, sulla sponda opposta a Lignano. La zona in cui nel ‘900 è nata questa piccola località balneare, era in origine una brughiera coperta di dune, pinete e tamerici, in cui era praticato l’allevamento dei cavalli. Dopo la bonifica, iniziata negli anni ‘20, sul litorale è stato edificato Bibione, che ha inglobato sia l’entroterra sia la spiaggia. Dell’ambiente primitivo resta larga traccia nella zona della pineta. Affacciata sul Mar Tirreno, è una bella località turistica e un importante centro peschereccio. Nota dal sec. IV a. C. col nome di Cephaloedium, grazie alla forma di piccola testa del promontorio che la sovrasta, fu terra di conquista per Cartaginesi, Romani e Arabi. Riedificata dai Normanni, godette di un lungo periodo di pace. Località marittima ben attrezzata, Cefalù è famosa per la cattedrale, fondata nel 1131 da Ruggero II. La facciata, a due torri, fu compiuta nel 1204 e l'atrio a tre archi, opera di Ambrogio da Como, fu aggiunto nel 1471. Grandiosa è la parte orientale, di gusto squisitamente normanno nell'accentuato verticalismo, nelle arcate cieche con monofore iscritte, negli archetti intrecciati del coronamento, nei robusti contrafforti. L'interno è di tipo basilicale, a tre navate; le pareti e le volte del presbiterio e dell'abside sono decorate con un ciclo di mosaici . tra i maggiori della pittura bizantina. Il chiostro del sec. XII, con archetti ogivali poggianti su colonnine binate, aveva splendidi capitelli scolpiti con figure classicheggianti di cui rimane ben poco. Gressoney-Saint-Jean: Il più grande centro turistico della valle del Lys sorge in un ampio pianoro erboso verso la testata della valle. Fondato nel Medioevo da coloni Walser in fuga dalla Svizzera, il paese ne ha conservato a lungo i caratteri e la lingua, un dialetto di tipo tedesco. Vissuto per secoli di allevamento e sfruttando le grandi foreste che lo circondavano, Gressoney è diventato nell’’800 un’elegante località turistica, prediletta dai Savoia che vi costruirono (1900-4) un castello per passarvi le vacanze. Nel paese, le ville fin-de-siècle si mescolano alle testimonianze di un passato più antico, come le tipiche case vallesi dei secc. XVI-XVII conservate nelle frazioni vicine.Gressoney-La-Trinité: È l’ultimo comune della valle di Gressoney o valle del Lys, nel punto più vicino alle pendici che scendono dal ghiacciaio del Monte Rosa, e alla confluenza col vallone di Netscio. Le origini di questo antico comune risalgono al sec. XII; durante il Medioevo è stato la sede di una importante comunità Walser, la popolazione di origine svizzera e lingua tedesca che si trasferì nelle valli del Monte Rosa intorno al sec. XIII. Per la sua meravigliosa posizione naturale, Gressoney è diventato fin dall’‘800 un famoso luogo di villeggiatura e di sport invernali: collegato con il comprensorio sciistico della Val d’Ayas, è il punto di partenza per ascensioni e passeggiate nelle valli contigue, e di impegnative salite alpinistiche alle vette del Monte Rosa e ai suoi numerosi rifugi, come la Capanna Margherita, il più alto d’Europa. Molti paesi della costiera marchigiana uniscono alla vocazione turistica l’eredità di una grande tradizione marinara, fondata ormai da secoli su di una vasta flotta peschereccia. San Benedetto, lungo il litorale che porta al confine con l’Abruzzo, è uno dei più noti ed attivi centri di pesca della regione: dalla fine dell’‘800 è anche un elegante centro turistico, nato alle spalle delle lunga spiaggia, affiancata da un lungomare fitto di palme, oleandri e pini marittimi. Importante centro turistico sulla costa settentrionale della Penisola Sorrentina. Il nome di questa bella città evoca una delle più misteriose e affascinanti invenzioni della mitologia classica, le Sirene: secondo le leggende, l’antica Surrentum nacque in un luogo sacro al culto di queste capricciose creature. L’insediamento originario della città, se si escludono alcune sporadiche tracce preistoriche, risale all’età romana, e ancora oggi le vie Tasso, Fuoro e S. Cesareo riflettono il tracciato stradale dell’antico municipio romano. La bellezza del luogo (Sorrento è nata su di una pianura tufacea dei monti Lattari, a strapiombo sul mare) e il clima mite hanno fatto della città una delle più importanti mete turistiche della regione, forse un po’ alterata da una pressione edilizia che si è molto accresciuta nel tempo. Nel centro, tra i palazzi del ‘700 e i negozi che espongono i bei lavori di legno intarsiato tipici dell’artigianato cittadino, spicca un interessante edificio civile di età angioina, il Sedile Dominova (sec. XV). Cittadina di lunga tradizione balneare, sorge con un suo porto in un’insenatura a est di Savona. In epoca medievale ebbe notevole importanza e fu sede del podestà genovese che comandava anche Albisola e Celle. L’apertura al turismo ha trasformato in gran parte l’antico assetto cittadino, del quale restano isolate testimonianze di edifici, parti di mura, le piazze e le chiese. In particolare va ricordata la collegiata di S. Ambrogio, del ‘500, con un campanile in stile lombardo già appartenuto alla chiesa precedente; al suo interno sono conservate diverse tele di valore cinquecentesche e settecentesche. Lungo la massicciata di una ferrovia in disuso è stata creata una frequentata passeggiata che, con una splendida vista sulla scogliera, porta fino alla vicina Invrea. |
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