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CARTOLINE D'EUROPA - Le città d'Europa - In questo mese:
L'attrattiva più importante di Arnhem è il Hoge Veluwe, il più grande parco nazionale della nazione che ospita il meraviglioso Kröller-Müller Museum. Il parco ricopre 5500 ettari di terra ed è una singolare miscela di foreste e boschi, sabbie mobili e brughiere. Questa è l'unica località olandese che riesce a suscitare una sensazione di isolamento, sconosciuta in tutto il resto dell'affollatissimo paese. Nel parco scorrazzano cervi, cinghiali e mufloni. Il Kröller-Müller Museum vanta ben 278 opere di Van Gogh e una collezione meno numerosa di opere di Picasso e Mondriaan. Sul retro del museo si trova il più grande giardino di sculture d'Europa che ospita opere di Rodin, Moore, Giacometti e molti altri. Hoge Veluwe è raggiungibile in autobus da Arnhem, situata a un'ora di treno a est di Amsterdam. All'interno del parco sono disponibili gratuitamente delle biciclette bianche. Un tempo estrema città meridionale della Iugoslavia, oggi secondo centro urbano della Macedonia, Bitola si stende su un altipiano fra le montagne, a 660 m di altitudine, subito a nord del confine con la Grecia. Con il suo vecchio e coloratissimo rione dei bazaar la città è una meta attraente, tuttavia offre scarse comodità per i visitatori: gli alberghi sono eccessivamente cari, e non c'è modo di servirsi della zona come punto di transito da e per la Grecia in quanto non esistono treni né autobus per raggiungere il confine, anche se i collegamenti in autobus con Skopje e Ohrid sono buoni. Vanno viste in ogni caso le Rovine di Eraclea: fondata nel IV secolo a.C. da Filippo II di Macedonia, la città fu conquistata dai romani due secoli più tardi e divenne un'importante stazione sulla Via Egnatia. Dal IV al VI secolo d.C. fu sede vescovile. Gli scavi archeologici sono ancora in corso, ma si possono già visitare i bagni, il portico e il teatro di epoca romana. La "Roma portoghese", così come veniva chiamata, costituiva il principale insediamento romano nella parte settentrionale del paese col nome di Bracara Augusta. Nel IV secolo d.C. la città ebbe il primo vescovo di tutta la penisola iberica e continuò ad essere il punto di riferimento per il nord del paese anche successivamente, fino a diventare nell’XI secolo capitale della contea di Portucale. Attualmente la città conta oltre 145.000 abitanti ed è un importante polo universitario e fieristico, molto frequentato dai turisti grazie all’abbondanza di chiese, monasteri e santuari. Le caratteristiche cerimonie religiose che si svolgono in occasione della Settimana Santa e della festa di S. Giovanni sono molto note in Portogallo e attirano tantissimi visitatori. La piazza principale del centro storico di Braga è la vivace Praca da Republica, adorna di fontane e occupata dai tavolini dei caffè più frequentati. Dietro un edificio della piazza spunta la Torre de Menagem (torre del maschio), unica parte rimasta di un palazzo fortificato settecentesco. Fra i numerosi monumenti religiosi spicca Se Velha, la stupenda cattedrale sorta a partire dal 1070 sulle rovine di un monastero distrutto nell’VIII secolo dagli arabi (è ritenuta la più antica del Portogallo). Nel vasto edificio convivono stili diversi, dovuti ai numerosi rifacimenti effettuati nel corso dei secoli. La struttura della cattedrale è romanica, così come il portale sud, chiamato Porta do Sol, e quello ovest, con rilievi che riportano la leggenda della volpe Reynard, mentre gli ornamenti e le sculture manueline delle torri e del tetto sono state aggiunte nel XVI secolo. In una nicchia della parete ovest è da ammirare la statua della Madonna del Latte (XVI secolo), attribuita allo scultore francese N. Chanterene. All'interno è interessante visitare la Capela do Reios con le tombe di Enrico di Borgogna e Dona Teresa, genitori del primo re del Portogallo (Alfonso Henriques), il tesoro, l'altare maggiore in stile manuelino, la piccola cappella con azulejos che illustrano la vita del primo vescovo di Braga, i due organi barocchi. Intorno alla cattedrale sorgono l'Antigo Paco Episcopal, iniziato nel Trecento e ampliato nel corso dei secoli XVII e XVIII, l'adiacente Jardim de Santa Barbara, aperto nel Settecento, la Camara Municipal (municipio), la cui facciata barocca, di A. Soares da Silva, è tra le più apprezzate del Portogallo, e dello stesso architetto l'ardita Casa do Raio, con facciata rococò rivestita di azulejos. A ovest il centro storico è delimitato dall'Arco da Porta Nova, settecentesco, in passato ingresso principale di Braga. Dall'arco parte Rua Dom Diogo de Sousa, con Rua do Souto la principale strada commerciale della città. Infine fra Avenida da Liberdade e Rua do Raio, sotto il piano stradale, si notano i resti della Fonte do Idolo, un piccolo tempio ricavato nella roccia del I secolo d.C. Da visitare anche il Museo archeologico D. Diego de Sousa, un ente culturale e scientifico a difesa del patrimonio regionale, che ospita collezioni archeologiche, permanenti e temporanee. Hania è un piccolo gioiello greco. Questa città, la più grande della parte
occidentale dell’isola, ricchissima di edifici turchi e veneziani, ornata di
belle casette lungo lo scenografico porto, con chiese dalla cupola a cipolla e
stradine acciottolate, è la terra promessa dei fotografi e dei cacciatori di
immagini. Dall’appassionato a caccia dell’autentica atmosfera greca al
turista alla ricerca di scorci tipici, tutti prima o poi si trovano sulla piazza
principale di Hania a guardare attraverso uno dei cannocchiali panoramici. Se
poi al fascino fotogenico e misterioso della città aggiungete la vivacità dei
bei mercati e una fantastica cultura gastronomica, capirete perché la maggior
parte dei visitatori aggiunge questa città nei programmi di visita.
A Hania vi sono diversi musei di interesse, tra i quali il Museo Archeologico,
il Museo Navale e il Museo del Folklore. Il Mercato Pubblico, un edificio
dell’inizio del secolo, accoglie diversi negozi, banchi di frutta e verdura,
macellerie, un mercato del pesce e diversi altri negozi alimentari. Date anche
un’occhiata ai Giardini Pubblici, situati proprio accanto al mercato. Ma
l’asso nella manica di Hania è la sua posizione e la sua architettura. Se
desiderate fare un tuffo nella storia visitate il quartiere veneziano della città
con le sue massicce mura e il faro costruito anch’esso dai veneziani.
Da Plateia 1866, la piazza principale di Hania, dirigetevi verso nord per
trovare, dopo pochi minuti il Porto Veneziano e una passeggiata che segue la
curva semicircolare del porto. La strada piega poi verso la fortezza e il capo.
Sulla sinistra guardando il porto si estende la zona degli alberghi. Il capo
separa il Porto Veneziano dalla affollata spiaggia cittadina situata nel
quartiere chiamato il Nea Hora. Vicino al porto, Zambeliou, un tempo la più
importante arteria di Hania, è ora una via sinuosa su cui si affacciano negozi
di artigianato, alberghi e taverne. Molte delle ville veneziane che si estendono
lungo il magnifico porto sono state restaurate e convertite in domatia,
ristoranti, caffè e negozi. Posta sulla costa di nord-est è un antico centro di origine minoica che ha
visto susseguirsi tutte le dominazioni che hanno riguardato l’isola. Durante
il periodo romano fu un centro fiorente, poi venne distrutta e ricostruita dagli
arabi, mentre i veneziani la fortificarono per difenderla dai numerosi attacchi
dei corsari turchi, che finirono con l’avere la meglio nel XVII secolo quando
riuscirono ad occupare l’isola. La città ha subito numerose influenze culturali, ognuna delle quali ha lasciato
più di una traccia, anche se i bombardamenti della seconda guerra mondiale
hanno compromesso molti monumenti. Recentemente il centro urbano si è esteso
oltre il cerchio delle antiche mura ed è possibile distinguere una parte
moderna da un centro di interesse storico. Qui si trova il Museo archeologico,
collocato in una chiesa veneziana (XVI secolo) dedicata a San Francesco. Per
quanto piccolo, il museo racchiude tutti i ritrovamenti della zona circostante:
da notare l’impronta su argilla di un sigillo raffigurante una città (XV
secolo a.C.), le sculture provenienti da Lissós (IV-II secolo a.C.), i mosaici
di epoca romana. Universalmente conosciuta per le sue acque curative, Karlovy Vary è la più antica stazione termale boema e probabilmente la seconda località turistica per importanza dopo Praga. E' anche la più bella delle tre grandi località termali ceche e, a dispetto della folla, la più accessibile. È insperabile presentarsi all'improvviso per fare un bagno con acqua solforosa o terapie di inalazione, ma si può comunque provare l'acqua. Ci sono 12 sorgenti termali contenenti 40 elementi chimici utilizzati per curare malattie dell'apparato digerente e disordini del metabolismo. A dispetto delle sue qualità purgative, Karlovy Vary riesce ancora a mantenere una distinta atmosfera vittoriana. Eleganti colonnati e viali fanno da complemento alle numerose e tranquille passeggiate nei parchi circostanti, sullo sfondo della pittoresca valle fluviale che si snoda tra colline alberate. La sorgente termale offre tutte le infrastrutture di una città di medie dimensioni ma senza confusione; dopo il caos di Praga, questo è un luogo ideale per rilassarsi circondati da uno splendido panorama. Antico borgo medievale sorto senza un preciso piano regolatore: vie strette e suggestive su cui si affacciano belle costruzioni d'altri tempi. Oggi la cittadina conta 15.000 abitanti occupati in massima parte nell'industria alimentare (pane, pasta, dolci, bibite) e nei mobilifici. La lavorazione della farina ha qui un'antica tradizione: un tempo infatti Qormi era denominato Casal Fornaro. A Qormi nel 1551 vennero messe in fuga dai cavalieri e dai maltesi le truppe corsare di Dragut, che furono costrette a riparare precipitosamente nelle loro navi ancorate nel porto di Marsamxett. Notevole la chiesa parrocchiale di San Giorgio (1584), in cui è conservata l'ultima opera di Mattia Preti. La cupola è un'aggiunta posteriore, dovuta probabilmente a Lorenzo Gafà. Certamente del Gafà è la cappella di Tal-Mlas (1690), che sorge sperduta tra i campi a un chilometro circa (breve deviazione sulla destra sulla strada che conduce a Zebbug). Vannes si affaccia sul golfo del Morbihan ed è capoluogo del dipartimento che prende il nome da questa frastagliata insenatura ricca di isole. Conserva l'aspetto medievale, case dei secoli XV-XVII e scorci caratteristici, essendo stata risparmiata dai bombardamenti dell'ultima guerra mondiale per il suo scarso interesse strategico. La città deriva il nome dai Veneti (popolazione celtica), che s'insediarono nella regione nel I millennio a.C., e viene conquistata dai Romani nel 56 a.C. Tra le principali piazzeforti del ducato di Bretagna, nel 1532 Vannes è annessa al Regno di Francia e per 15 anni ospita il Parlamento bretone, trasferito a Rennes nel 1675. A Vannes sopravvivono le antiche fortificazioni, quelle comprese tra la Porte de St-Vincent (1704) a sud, accesso principale al centro storico, e la Porte Prison (XV secolo) a nord. Ne fanno parte un tratto di mura, fiancheggiato da bastioni cilindrici e da fossati trasformati in giardini, il Castello de l'Hermine, medievale ma ricostruito nel XIX secolo, la quattrocentesca Tour de Connétable, case a graticcio con tetti d'ardesia e lavatoi ottocenteschi. Dalla Promenade de la Garenne (XVII secolo), il parco pubblico sorto intorno al castello, si apre lo scorcio più fotografato delle fortificazioni. Sull'ottocentesca Place Gambetta, affacciata sul porto-canale si trova la Porte de St-Vicent, affiancata da case disposte a mezzaluna, che da accesso alla grande Place des Lices dove in passato si svolgevano i tornei cavallereschi. Nel Castello Gaillard (XV secolo), situato su una via che sale dalla piazza, ex sede del Parlamento di Bretagna, si trovano le collezioni del Musée Archéologique du Morbihan. Il cuore del centro storico è Place Henri IV, probabilmente sorta sui resti della città gallo-romana, dalla quale partono le strade più caratteristiche di Vannes. La piazza e le vie circostanti sono delimitate da case dei secolo XV-XVII. La Cattedrale di St-Pierre è stata fondata nel XIII secolo, ma dell'edificio originario conserva soltanto la parte inferiore della torre a sinistra della facciata (la guglia è del XIX secolo). All'esterno sono da notare il portale in gotico fiammeggiante sul fianco sinistro e i resti del chiostro rinascimentale nel giardino contiguo alla cattedrale. All'interno merita attenzione la quarta cappella a sinistra, con decorazioni ispirate al rinascimento italiano, molto rare in Bretagna, e arazzi di Aubusson (1615). Di fronte alla cattedrale sorge La Cohue (XIII-XV secolo), tra gli edifici più antichi di Vannes, dove si teneva il mercato e nella sala del Tribunale si emettevano le sentenze. Oggi ospita due musei: il Musée de Beaux-Arts, che espone soprattutto opere di pittori locali dei secoli XIX e XX, e il Musée du Golfe et de la Mer. |
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