LE CARTOLINE DI JSF: LE CITTA' D'EUROPA
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CARTOLINE D'EUROPA

- Le città d'Europa -

In questo mese:

Germania: Berlino (D) JSF 1970
Galles: Carmarthen (GB) JSF 1997
Francia: Le Mans (F) JSF 1968, 1970 e 1992
Svizzera: Monthey (CH) JSF 1979
Olanda: Vlieland (NL) JSF 1970, 1971, 1977, 1980, 1981

Berlino

 

BERLINOBerlino è la capitale della Germania. Con circa 3 milioni e mezzo di abitanti, è anche il comune più popoloso del Paese, nonché il secondo dell'Unione europea, dopo Londra.Costituisce uno dei Land (stati federati) della Germania, ed è quindi una città-stato.Essa è inoltre uno dei più importanti centri politici, culturali, mediatici e scientifici d'Europa. Berlino nacque probabilmente come borgo commerciale di origine slava nel XII secolo, in corrispondenza di un'isola della Sprea. Originariamente vi erano due città distinte: Berlino, ad est del fiume, e Cölln, sull'isola, che vennero riunite nel 1307. Nei secoli successivi, Berlino acquistò sempre più importanza sulle altre città del Brandeburgo: nel 1451 divenne residenza dei margravi di Brandeburgo, dal 1701 capitale del regno di Prussia, dal 1871 capitale dell'Impero germanico. Nel 1920 vennero inglobati molti comuni e città circostanti, creando la "Grande Berlino", terza città al mondo per numero di abitanti. Capitale della Germania nazista, fu uno degli obiettivi principali dei bombardamenti alleati durante la seconda guerra mondiale. Alla fine della guerra fu divisa in quattro zone d'occupazione, e quindi divisa in due parti concorrenti, i tre settori occidentali (Berlino Ovest) ed il settore sovietico (Berlino Est). Mentre Berlino Est divenne capitale della Repubblica Democratica Tedesca, Berlino Ovest fu un'enclave della Repubblica Federale, e del mondo occidentale, oltre la Cortina di Ferro. Il 13 agosto 1961 il governo della Germania Est innalzò il Muro di Berlino, smantellato il 9 novembre 1989. Con la riunificazione tedesca, Berlino è tornata ad essere la capitale della Germania unita. Berlino è una città che offre musei di diverso genere. Il nome "Isola dei musei" è dovuto al gran numero di musei, di importanza internazionale, che si trovano nell'area. I musei sono parte del gruppo dei Musei statali di Berlino, appartenenti alla Fondazione culturale prussiana (Stiftung Preußischer Kulturbesitz). L'Altes Museum è il più antico dei musei, il Neues Museum attualmente in restauro conterrà anche reperti di Arte egizia. Nell'Alte Nationalgalerie sono custodite opere d'arte del XIX secolo, mentre nel Bodemuseum con la sua caratteristica cupola in rame sono esposte opere romane e bizantine. Infine il Pergamon Museum famoso per ospitare l'Altare di Pergamo, la Porta di Ishtar babilonese, il mercato di Mileto, le originali mura del palazzo omayyade della Mshatta, e in genere ricche collezioni di arte greca, babilonese e islamica. A nord dell'isola è inoltre presente il Berliner Dom (Duomo di Berlino). Il Kulturforum fu realizzato a partire dagli anni cinquanta del XX secolo, allo scopo di creare un centro culturale per l'allora Berlino Ovest, analogamente alla Museumsinsel per Berlino Est. Vi sorgono i musei: Neue Nationalgalerie (1965-68), Musikinstrumenten-Museum (museo degli strumenti musicali, 1978-84), Kunstgewerbemuseum (1978-85), Gemäldegalerie. Tra gli altri musei ricordiamo: il museo egizio ospitato all'interno del Neues Museum, il Bauhaus-Archiv l'archivio del Bauhaus dove sono custoditi parte degli archivi della celebre scuola. La Berlinische Galerie, il Bröhan-Museum con le sue opere in Art Nouveau, nel Brücke-Museum è contenuta una collezione di opere legate al movimento artistico Die Brücke (Il ponte) mentre nel Museum Berggruen una collezione raccolta da Heinz Berggruen. L'interessante museo della tecnica e l'Ethnologische Museum, inoltre l'East Side Gallery un museo all'aperto costituito da graffiti su di un tratto del muro di Berlino. Di arte contemporanea espone l'Hamburger Bahnhof, mentre nel Martin-Gropius-Bau si tengono esposizioni temporanee, proprio come nel Kunsthaus Tacheles. Riguardo la cultura dei popoli troviamo il famoso Jüdisches Museum (museo ebraico), il museo delle culture europee, il museo dell'arte indiana e il museo dell'arte est-asiatica.
La più importante manifestazione della città è certamente la Berlinale, il festival del cinema di Berlino e la Loveparade che raccoglie migliaia di giovani da tutta Europa per vivere e ascoltare musica techno.
Dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989, il centro città (la ex parte occidentale di Berlino Est) ospitava molte case parzialmente distrutte durante la seconda guerra mondiale e mai più ricostruite. Queste sono diventate un terreno fertile per vari tipi di controcultura e cultura underground, nonché di molti nightclub, compreso il Tresor, uno dei più importanti club di musica techno del mondo (gli eventi tuttavia sono ospitati, dal 2005, nel Club "Maria am Ostbahnhof"). Berlino ha una ricca scena artistica, ma sta subendo una crescente pressione finanziaria, in quanto gli affitti sono aumentati da quando il governo tedesco è tornato ad avere Berlino come sede.

Carmarthen (Caerfyrddin)

 

CARMARTHENCamarthen è il capoluogo della contea di Camarthenshire, nel Galles. Sorge sulle rive del fiume Tywi, ed ha una popolazione di circa 13000 abitanti. Quando la Gran Bretagna era una provincia Romana, Camarthen fu la città capitale della tribù dei Demetae, conosciuto come Moridinum. La presenza del fortino romano risale al 75-77 D.C., come testimonia ll ritrovamento di un gruzzolo di monete nel 2006 risalente a quegli anni.Vicino al fortino è stato rinvenuto uno dei sette anfiteatri romani tuttora scoperti nel Regno Unito. Il nome divenne Camarthen (Caerfyrddin in Gallese), e si pensa abbia come significato "Residenza regale di un uomo chiamato Myrddin". Tale era l'importanza strategica di Camerthen che il Normanno William di Baldwin costruì un castello, probabilmente attorno all'anno 1094. Si stima che questo castello sia stato utilizzato fino al 1105. Il castello fu distrutto da Llywelyn il Grande nel 1215. Nel 1223 il castello fu ricostruito assieme alla costruzione delle mura , rendendo Camerthen una delle prime città medievali ad essere protetta da cinte murarie. Durante la "peste nera" del periodo 1347-49, l'epidemia pestilenziale fu portata a Camarthen per mezzo del commercio fluviale. La peste nera distrusse e devastò villaggi come Llanllwch. Nel 1405 la città è stata conquistata e il castello fu saccheggiato da Owain Glyndwr.
Nei secoli XVI e XVII l'attività era prevalentemente agricola e commerciale, incluse le manifatture in lana.Camerthen fu eletta nella corporazione delle contee con lo statuto di James I nel 1604. Lo statuto decretò che Camerthen doveva essere conosciuta come "La città della contea di Camerthen", e doveva avere due sceriffi. Nel 1835 vi fu la riduzione ad un solo sceriffo. Il monastero e il convento dei frati furono abbandonati durante lo scioglimento dei monasteri sotto il regno di Enrico VIII, e le terre ritornarono alla monarchia. Allo stesso modo sono andate perdute le cappelle di S. Caterina e di S. Barbara, e la chiesa di San Pietro è rimasto l'unico edificio religioso giunto fino a noi da questo periodo. Durante la persecuzione Mariana del decennio 1550-1560, il vescovo Ferrar di San David fu bruciato al rogo nella piazza del mercato, l'attuale Nott Square.Si tratta di un martire protestante, la sua vita e la sua morte sono ricordate nel famoso libro dei martiri di John Foxe. A metà del XVIII secolo il commercio di ferro e di carbone divennero più importanti, nonostante Camerthen non avesse mai sviluppato questo tipo di attività. Camerthen fu sede del National Eisteddfod nel 1867, 1911, e 1974. La scuola linguistica maschile fu fondata nel 1587, sulla sede attualmente occupata dal vecchio ospedale in Priory Street. La scuola fu trasferita a Priory Row durante il decennio 1840-1850, prima di essere spostata doi nuovo a Richmond Terrace. Fu allora, con l'avvento del secolo successivo, che a un circo locale di viaggiatori fu dato il permesso di sotterrare uno dei loro elefanti, quando questo si ammalò e morì. Il luogo dove sono conservate le spoglie dell'animale si trova sotto quello che fu il campo da rugby della scuola. Il principale simbolo della città è il monumento di Picton: il monumento principale fu eretto nel 1828 e fu posto all'estremità ovest della città, fu eretto in memoria del gallese Sir Thomas Picton, che morì nella battaglia di Waterloo. E' alto 75 piedi, ed è simile alla colonna di Traiano che si trova a Roma. La colonna è posta su un piedistallo nella piazza, con una picola porta nella parte est, che fronteggie la città, dove il monumento è stato innalzato. Oltre la porta, a caratteri cubitali, compare il nome "Picton", e sotto di ciò un bassorilievo che mostra parte di un campo di battaglia, con l'eroe disarcionato dal suo cavallo a seguito del colpo mortale che ricevette. Sopra tutto ciò, a caratteri cubitali, campeggia la scritta Waterloo. Tuttavia questo monumento e i bassi rilievi che componevano le illustrazioni non furono in grado di resistere a lungo alle intemperie di Camerthen, e l'intero monumento fu abbattuto nel 1846. Le sculture che sono state sostituite furono abbandonate e dimenticate in Johnstown fino agli anni 70, quando sono state salvate e trasferite al museo. Il monumento che adesso possiamo ammirare fu disegnato dall'architetto francese Frances Fowler, e la prima pietra fu posta nel 1847. Anche questo monumento ha avuto i suoi problemi, nel 1984 la sezione superiore fu dichiarata pericolante e fu abbattuta, e nel 1988 l'intero monumento fu ricostruito, pietra su pietra, su fondamenta più solide. Attualmente il monumento si trova nella sua originaria posizione strategica. Nonostante il valore militare di Picton, esiste un altro lato del suo carattere. A suo tempo era conosciuto come mercante e proprietario di schiavi. Fu anche conosciuto come un crudele torturatore e la parola "Pictoning" deriva dal suo cognome. Molte persone del luogo affermano che il monumento a lui dedicato alla Picton Terrace dovrebbe essere rimosso, e che valga la pena di porre qualcosa di più affine al XXI secolo al posto di esso.

Le Mans

LE MANSLe Mans (150.000 abitanti) si trova sulle rive del fiume Sarthe, nell’omonimo dipartimento (di cui è il capoluogo nonché il principale centro economico e politico), situato nella Francia nord-occidentale. A causa della sua posizione geografica, nella parte settentrionale della regione della Loira, a circa un’ora di distanza dalla capitale Parigi, da cui è facilmente raggiungibile con ogni tipo di mezzo, la città di Le Mans gode di un clima caratterizzato da inverni freddi e piovosi e pertanto il periodo migliore per visitarla è quello che coincide con la bella stagione. Le Mans è conosciuta soprattutto per la celebre corsa automobilistica, una delle gare più dure al mondo che richiama ogni anno nel mese di giugno numerosi appassionati in città. Ma nonostante il grande fascino della corsa, Le Mans non è solo la 24 ore, ma un centro moderno che offre al visitatore anche un gradevole centro storico, cultura e località di interesse paesaggistico nei dintorni. La moneta è l’euro, che si divide in centesimi e Le Mans, come tutta la regione della Valle della Loira, è relativamente cara per noi italiani. Si parla il francese, l’inglese è diffuso soprattutto tra i giovani. Lungo la Sarthe si trova l’antico Quartiere Medievale (Città Vecchia), una delle maggiori attrattive della città, con delle stradine caratteristiche in cui si trovano alcuni dei migliori negozi e locali di Le Mans. Nel quartiere merita inoltre una visita la Cattedrale di St. Julien, la più antica e importante della città. In città si trovano inoltre il Museo delle Arti Decorative e, nei pressi del tracciato cittadino, il Museo dell’Auto, dedicato alla storia della 24 ore. Nei pressi di Le Mans si trovano alcune località di sicuro interesse, come Laval, in direzione ovest, in cui si può visitare il Vecchio Castello che ospita tra l’altro il Museo d’Arte Naif. A est di Le Mans invece si trova Chartres, conosciuta soprattutto per la splendida Cattedrale di Notre-Dame, considerata tra le più belle di tutta la Francia, in cui si possono ammirare le meravigliose Vetrate Dipinte.

Monthey

 

MONTHEYLa scoperta sull'impianto del borgo moderno (piazza centrale) di tombe celtiche, vasi romani, e medaglie con l'effigie di Apollo lasciano pensare che l'impianto della città attuale era stato già abitato durante l'antichità. Ciò era dovuto soprattutto alla situazione geografica, grazie alle vie di comunicazione che uniscono l'Italia alla Gallia e alla Germania per il Monte Joux, meglio conosciuto come Gran San Bernardo. Situato a poca distanza dalle strade strategiche, il borgo di Monthey nacque savoiardo. E se ha conosciuto vari maestri nel corso dei secoli, lo spirito di franchigia ottenuto nel 1352 già spiega lo spirito qualche volta beffardo della gente del luogo. Aggiungiamoci una configurazione geografica tra montagne e lago. Manca soltanto il mare, potremmo dire, se dovessimo assolutamente trovare un difetto a Monthey. Secondo la bella espressione di un giornalista francese, di passaggio nella regione Guardiana del retro paese di Val d'Illiez, la città è alla volta vallesana e chablaisienne, ancora un po' savoiarda e borgognona, divenne industriosa con i secoli. L'apporto di stranieri venuti da molteplici orizzonti dà ancora oggi a Monthey l'immagine di una sintesi viva e armoniosa. Ci si coltiva vantaggiosamente lo spirito di apertura e di tolleranza. Nel cuore della regione del Chablais e alla partenza del Val d'Illiez, il capo luogo e capitale economica del Chablais è conosciuto da una parte per il suo carattere culturale e festivo. Il centro città seduce i visitatori con il suo lato storico : possiamo trovare il castello che nasconde il Museo del Vecchio Monthey e la legenda di Gros-Bellet, e anche il suo vecchio ponte di legno, che fu il luogo di sfilate delle truppe di Napoleone. Il famoso teatro del Crochetan, apprezzato aldilà delle frontiere cantonali, e il piccolo P'tit Teatro della Vièze, fanno si che Monthey ha di che piacere e stupire, con un gran numero di amatori, di spettacoli, concerti e conferenze. Fra gli avvenimenti importanti delle vita di Monthey, bisogna citare il mercato ebdomadario del mercoledì mattina, sotto il platani delle piazza centrale, e il tradizionale carnevale, centenario, che figura tra i più importanti della Svizzera romanda. Ma Monthey, con le sue altezze, il piano di Choëx e la stazione delle Giettes, può essere anche un punto di partenza ideale per numerose corse a sci o a piedi. Di più, si vuole sportiva, perché sa guarire il corpo e nutrire la mente, beneficiando di un rimarcabile centro per il nuoto, il pattinaggio, il tennis, l'equitazione, e accogliendo numerose manifestazioni sportive. Per dirla breve, tutta un arte di vivere che riserva al visitatore giorni da scoprire e da apprezzare. Ma questa non è la principale seduzione di Monthey. E una città da praticare, da frequentare, una città dove soggiornare, un luogo che non ha soltanto un volto ma sopratutto un'anima.

Vlieland

VLIELANDUn'occhiata sulla Dutch Waddenislands ci dirà che l'isola di Vietland è diversa dalle altre. Laddove tutte le altre isole sono orientate verso ovest, Vietland è orientata verso est. Ciò è possibile osservarlo dal fatto che il villaggio e i moli sono situati a ovest mentre su Vietland sono dalla parte opposta. L'enorme apporto di sabbia delle Vliehors, unito ai venti provenienti prevalentemente da ponente, formano le dune di sabbia più alte delle isole Wadden - 40 metri - dette "Vuurboetsduin". Sulla cima di queste è situato il faro. A protezione delle Vuurboetsduin giace il villaggio Oost-Vlieland, di cui le tracce più antiche risalgono al 1245. A partire dal XVII secolo fino agli albori del XIX, il villaggio conobbe un periodo di splendore e fioritura, grazie alla sua posizione strategica sulla rotta delle navi per le colonie. Il villaggio è protetto dai dykes ed è circondato da boschi e dune. E' conosciuto per la sua atmosfera calda e accogliente, in parte dovuta anche alla presenza di vecchi edifici e monumenti.Nella sua meravigliosa atmosfera è possibile farsi una bella passeggiata tra negozi, bar e gradinate.